La corretta istallazione dell’attacco di mandata autopompa dei Vigili del fuoco
Vista la profonda confusione tecnica che vige tra l’imprese mi è parso opportuno redigere un Vademecum per le piccole imprese che operano nel settore antincendio. Si premette che gli interventi di manutenzione straordinaria su impianti antincendio, nel caso in specie, rete idranti, sono interventi che non possono realizzarsi senza la redazione di un progetto così come esplicitato dall’art. 5 del DM 37/08.
Tale progetto dovrà essere allegato alla Dichiarazione di Conformità esplicitando che l’impianto è stato realizzato in conformità al progetto (approvato dai vigili del fuoco…si spera).
Esplicito “APPROVATO” in quanto, è comune che all’atto pratico, si confonda la valutazione progetto con il progetto approvato e ciò col fine di velocizzare i tempi burocratici ma con il rischio di dover effettuare le variazioni al progetto in seguito (come da prescrizioni dei vigili del fuoco in sede di valutazione progetto).
L’impresa installatrice, infatti, benché abilitata alla lettera G ovvero impianti antincendio, non ha i requisiti e le competenze tecniche professionali per poter progettare impiantima solo per installarli in modo conforme al progetto;il dimensionamento delle montanti e delle relative diramazioni, il materiale etc… sono competenza esclusiva dei professionisti iscritti agli albi professionali.
Quindi, il problema della corretta installazione dell’attacco per autopompe VVF non dovrebbe essere un problema dell’impresa ma bensì del progettista. L’impresa o eventualmente il direttore dei lavori dovrà saper solo leggere correttamente il progetto.
La realtà, purtroppo, mostra spesso che imprese effettuino installazioni di impianti con obbligo di progetto senza la traccia di un progetto, ed a lavoro ultimato ne attestino addirittura la conformità.
Ciò premesso, intendo chiarire che l’attacco di mandata per autopompa VVF è un dispositivo costituito da una valvola di intercettazione ed una di non ritorno, dotato di uno o più attacchi unificati per tubazioni flessibili antincendi. Serve come alimentazione idrica sussidiaria.
Questo ultimo aspetto stabilisce la funzione dell'attacco VVF in un impianto idrico che entra in gioco qualora, per qualsiasi tipo di alimentazione, viene a mancare l’alimentazione principale.
ATTENZIONE però a quando l'attacco è destinato a punto di prelievo per le squadre di soccorso, quindi è un idrante a tutti gli effetti.
Una realtà pratica è la differenza sostanziale tra:
- Attacco di mandata per autopompa DN70; (l’attacco è di tipo femmenina)
- Punti di prelievo DN70; (l’attacco è di tipo maschio)
L’attacco di mandata per autopompa non è in alcun caso un punto di prelievo è le autopompe dei vigili del fuoco possono allacciarsi solo ad un attacco di tipo femmina!
Detto questo come va installato un Attacco per autopompa VVF ?
Se posto dopo l’alimentazione idrica principale dell’impianto, comunemente acquedotto, si avrà:
- Contatore idrico dedicato;
- Valvola di intercettazione;
- Valvola di non ritorno;
- Valvola di massima pressione;
- Attacco di mandata per autopompa DN70;
- Impianto.
Se trattasi di alimentazione idrica sussidiaria isolata (e non un punto di prelievo) quindi non posto dopo l’alimentazione idrica principale, si avrà:
- Attacco di mandata per autopompa DN70;
- Valvola di massima pressione;
- Valvola di non ritorno;
- Valvola di intercettazione;
- Impianto.
Tale sequenza corrisponde a quella riporta sulla norma UNI 10779.
N.B. Controllate sempre la corretta installazione della valvola di non ritorno, la freccia posta su di esse indica il verso del flusso.
Ing. Ottavio Masturzo