Il distacco dall'impianto di riscaldamento centralizzato

Il distacco dallimpianto di riscaldamento centralizzato

Gli impianti di riscaldamento centralizzati posti all'interno dei nostri condomini ed asserviti al fabbisogno di riscaldamento e qualche volta anche acqua calda sanitaria, sono oggi al centro di numerosi contenziosi legali, principali protagonisti di liti condominiali spesso scaturite da informazioni distorte ed a volte poco precise che si trovano sul web.

Il rispetto di una procedura di distacco o dismissione risulta fondamentale per garantire il perdurare dell'equilibrio dei rapporti condominiali.

Un'integrazione al regolamento condominiale in merito ad una direzione univoca da intraprendere, condivisa dalla maggioranza può prevenire l'insorgere di inutili controversie.

La cause del distacco scaturiscano principalmente dall'elevato costo del gasolio che comporta spesse annue spesso insostenibili per molte famiglie. A questo si uniscono problematiche spesso legate alla non corretta funzionalità degli impianti comuni, talune volte causati da una gestione e manutenzione inadeguata.

Oggi è totalmente cambiato il modo di vivere gli ambienti domestici e gli impianti, in un ottica di risparmio energetico,  dovrebbero subire anche loro un evoluzione. Infatti altre richieste di distacco sono imputabili ad accensione dell'impianto comune in periodi non confacenti alle esigenze della famiglia.

Il caos che oggi stiamo vivendo in merito a se sia consentito o meno il distacco o la dismissione dell'impianto di riscaldamento centralizzato o se sia mai possibile un intervento di dismissione dell'impianto termico comune, deriva da una giustificata difficoltà di comprendere completamente l'attuale quadro normativo, estremamente complesso, nonché di conoscere anche le normative di settore e le reali conseguenze tecniche e d'impatto ambientale che tale intervento comporta.

La corretta lettura di una norma non è infatti una cosa semplice, per comprenderla pienamente occorre conoscere la sua storia giuridica, ovvero sapere cosa ha portato alla sua attuale formulazione, la sua evoluzione negli anni, l'identificazione nel contesto gerarchico normativo.

Una legge è legge e pertanto un Decreto del Presidente della Repubblica, un Decreto Ministeriale ed eventuali normative regionali e comunali non possono essere in contrasto con una legge nazionale.

Ad oggi il distacco è possibile perché previsto da una legge nazionale, l.220/2012, entrata in vigore il 18 giugno 2013 e conosciuta con il nome di "Riforma del condominio". Pertanto, una legge in vigore non può trovare contraddittorio ma solo essere abrogata e quindi sostituita, e ad oggi non è ancora successo.

E' da dire che tali interventi, però, spesso vengono effettuati con modalità verosimilmente non conformi alla ragione tecnica, ovvero, senza la necessità di attribuzione di una aliquota millesimale ridotta per il computo della spesa di gasolio che il distaccante deve continuare a corrispondere a garanzia del non aggravio di spesa e nella misura della potenza ancora impegnata dovuta a montanti, diramazioni ed appartamenti adiacenti.

A mio avviso sarebbe opportuno valutare con un adeguato senso critico tali lavori peritali o comunque accertarsi, quantomeno, dell'adeguata copertura assicurativa di responsabilità civile del tecnico incaricato.

La dismissione di un impianto centralizzato cosa ben diversa dal caso precedente è anch'essa possibile in quanto non esiste alcuna norma che obbliga al mantenimento degli impianti di riscaldamento centralizzato, ma solo una linea di indirizzo a favore degli impianti comuni.

E' da precisare, infatti che il fine ultimo da perseguire resta il risparmio energetico ed economico.

Nasce pertanto l'obbligo di effettuare accurate valutazioni tecniche e d'impatto ambientale per riuscire a determinare con che valore della proprietà si possa votare un intervento di dismissione dell'impianto di riscaldamento centralizzato in un'assemblea dei condomini.

Da un punto di vista etico e di responsabilità sociale che ho per il ruolo che rivesto, ritengo, così come previsto anche dall'attuale quadro normativo, che la soluzione di minor impatto ambientale oggi sia quella di dotare i condomini di impianti centralizzati muniti di sistemi di contabilizzazione del calore, termostati di zona ed integrazione solare.

Purtroppo, la realtà è che gli impianti centralizzati di cui sono dotati la maggior parte dei fabbricati si costituisce di una struttura impiantistica a montanti verticali, senza isolamento termico, con centrali termiche a gasolio e canne fumarie spesso non a norma.

Tale tipologia di impianti è sicuramente obsoleta ed in tal caso l'intervento di trasformazione in tanti impianti autonomi costituiti nella maggioranza dei casi da caldaie a condensazione con corpi scaldanti muniti di valvole termostatiche a bassa inerzia termica, è sicuramente un intervento che riduce fortemente il consumo di energia e di emissione inquinanti, ciò anche in ragione delle migliori capacità di gestione derivabile in termini di orari di accensione più confacenti alla reale vivibilità degli ambienti domestici.

Ing. Ottavio Masturzo 

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